
1 LUGLIO 2018
Fiab Cremona ha deciso di sbarcare in Normandia ed è arrivato il giorno della partenza.
Questo reportage non sarà né alla Alberto Chiara, né alla Paolo Rumiz, ma un po’ serio e un po’ faceto come si conviene ad un tour di 37 persone in bici, per lo più signore e, mi scusino, non di primo pelo, io per prima che mi farò aiutare da una bici con pedalata assistita. Infatti incomincio ad avere bisogno di una badante a batteria.
Si parte al mattino alle 5,30 e per fortuna in luglio c’è già luce. Si arriva con bici attrezzate e bagagli come se si stesse via un mese.
Si carica e si sale mezzo assonnati, ci aspettano 800 km per arrivare ad Auxerre in Borgogne.
Naturalmente ci si addormenta, ogni tanto ci si ferma per una breve sosta, ma la compagnia è allegra e ben affiatata e le ore in pullman non sono pesanti.
Il primo impatto emotivo per me è l’attraversamento per la prima volta del tunnel sotto il Bianco, ho un po’ di fifa e penso ai tanti morti sia a quelli che sono periti durante il traforo, sia all’ultimo grave incidente di alcuni anni fa.
Entriamo in Francia e attraversiamo la Borgogna, terra dolcissima di grano, frumento, orzo, mandrie al pascolo, cavalli e vischio e arriviamo verso sera ad Auxerre. E’ una cittadina sul fiume Yonne nella Regione Borgogna – Franca Contea.
E’ sera e andiamo a cena ma abbiamo il tempo di camminare tra i suoi vicoli e ceniamo vicino alla piazza dell’orologio che richiama molto l’atmosfera di Montmartre. Oltre alla torre dell’orologio, Auxerre vanta una bella cattedrale e l’abbazia di San Germano. Passeggiando lungo il fiume dove riposano battelli e barconi, le luci si riflettono nell’acqua, la visione è bellissima .
Ci accorgiamo che il sole qui tramonta molto tardi, infatti sono oltre le 10 di sera e c’è ancora tanta luce, ma ci stupiamo di essere gli unici a passeggiare, tutti sono in casa e la cittadina è vuota .Il Borgo è medioevale con le tipiche case a graticcio dai molti colori, uno stile che troveremo in altri paesi e cittadine della Normandia e della Bretagna e che ricordano quelle della Pétit France e dell’Inghilterra. Penso che sarebbe bello poter fare un tour lungo il fiume caricando le nostre bici.
2 LUGLIO AUXERRE – BAYEUX – CA. 30 KM IN BICI
E’ arrivato il “nostro” giorno, quello dello sbarco. Dopo circa. 450 km in pullman, a Formigny, scarichiamo le bici. Siamo attrezzati da ciclisti e non da marines, al posto dell’elmetto, abbiamo il casco. Il clima è bello, né troppo freddo, né troppo caldo, e c’è sempre un po’ di vento.
Siamo in Normandia, ad Omaha Beach, la famosa e famigerata spiaggia dello sbarco. Ricordo Pearl Harbour e provo la stessa emozione: un pugno nello stomaco. La guida ci racconta la storia dello sbarco e immagino ragazzi giovani di 20 anni che vengono mitragliati sulla spiaggia dai tedeschi arroccati nei bunker entro le rocce sulla spiaggia. Quel giorno, si dice che il mare fosse rosso del sangue dei molti soldati uccisi. Si chiamò D-day, perché ogni giorno si aspettava il momento adatto per sbarcare studiando le maree, doveva essere alle 6 di mattina due ore dopo la bassa marea, per cui ogni giorno si verificava se era quello adatto chiamandolo D1, D2, D3 fino al fatidico 6 giugno del 1944. Il Generale al comando era Hike Eisenhower.
Ci furono oltre 5000 morti. Due monumenti sulla spiaggia ricordano i caduti. Omaha è un nome in codice, in verità ci troviamo a Vierville. Fa impressione questa enorme spianata e l’oceano oggi è calmo, ma penso allo sbarco quando sfortunatamente era alta marea e molti carri armati furono sommersi. E penso alla strage e alle inutili carneficine delle guerre.
Ci rechiamo poi a Colleville dove c’è il più grande cimitero di guerra della Normandia. Qui sono sepolti 10.000 morti e 1500 sono i nomi dei dispersi scritti sulle mura d’entrata. Migliaia di croci bianche come il latte su prati verdi ben tenuti. Il silenzio si impone e mi ricorda il cimitero americano di Arlington a Washington, il memoriale agli ebrei a Gerusalemme dove, nel padiglione dei bambini, ho pianto a dirotto. Ci sono sepolte anche due donne e 141 ebrei riconoscibili dalla stella di Davide incisa sulla croce.
Si cammina e si guarda. Io ho come un peso sullo stomaco. Ultimamente è stato riconosciuto il cadavere di un militare perito su una nave e qui ricongiunto al fratello gemello; due rose infatti stanno ad indicare le loro tombe. Usciamo lasciandoci alle spalle un’emozione intensa e bianca come le croci.
Arriviamo a Bayeux e qui pernottiamo.
Di sera usciamo e rimaniamo incantati dalla maestosa cattedrale gotica, un monumento da lasciare senza fiato, così come il platano secolare che c’è davanti. Bayeux. al contrario di Auxerre, è vivace. Ritroviamo le stesse case a graticcio che danno un senso di allegria e di armonia. Siamo nel dipartimento di Calvados che dà il nome all’omonimo liquore. Siamo in Normandia. Qui nel museo c’è il famoso arazzo dell’XI secolo che descrive la conquista normanna dell’Inghilterra culminata con la battaglia di Hastings del 1066 da parte di Guglielmo il Conquistatore.
Questa è stata la prima cittadina ad essere liberata dai nazisti e qui il 16 giugno del 1944 De Gaulle fece il suo primo discorso su suolo francese libero
3 LUGLIO – BAYEUX-GRANVILLE-MONT SAINT MICHEL – CA. 60 KM IN BICI
Oggi ci spostiamo e faremo 60 km in bici. Ieri ne abbiamo percorsi solo una trentina. Ci dirigiamo verso Mont Saint Michel che sogno di vedere da anni.
Lasciamo Bayeux e la sua stupenda cattedrale e incominciamo a percorrere la scogliera lungo strade sterrate. Siamo nella brughiera ampia, ariosa, ventosa. Le strade sono un continuo sali scendi e il vento non aiuta, ma siamo tenaci e pedaliamo con tanto amore. Ci aspetta la meta di Saint Michel. Abbiamo la gioia di pedalare e di godere della bellezza del paesaggio.
Questa è una terra stupenda e le emozioni sono tantissime. Vediamo ancora pascoli, mandrie, cavalli, campi di grano e balle di frumento. Richiama in parte l’Irlanda, in parte la Provenza per il colore del cielo e dei campi, per l’oceano che entra nella terra. Ampie nuvole, grandi come il cielo, ci accompagnano pedalando controvento.
Le nostre guide sono stupende e qui mi piace ricordarle per ringraziarle: Franco Ceresa, Claudio Paesetti, Annibale Rizzi, i meccanici, fra tutti Vanni Maffezzoni sempre disponibile, un mago della bici, e altri collaboratori tra uomini e donne, da Alberto a Marino, da Costantina kellerina che serviva caffè e bibite sul pullman, a Maria Rosa, al nostro grande autista Fabio Chiarello che ormai è diventato socio della Fiab per amore e per passione, nonché il dottor Santino Carotti che ci ha fatto da interprete. La Fiab è una grande famiglia e nel tempo abbiamo imparato a condividere tutto, gioie e inconvenienti, sempre con lo spirito collaborativo dell’amicizia e dello stare assieme. Un modo di conoscere il mondo usando la testa, la bici e l’amore e questo grazie al presidente Piercarlo Bertolotti e alla moglie Donatella Panzi, ai quali va il mio e il nostro più sentito ringraziamento.
Durante il giorno sostiamo nella brughiera in area picnic per il pranzo e a destra abbiamo in lontananza la sagoma di Mont Saint Michel. Al pomeriggio ci coglie un debole acquazzone, ma i veri ciclisti non temono la pioggia e continuiamo a pedalare.
4 LUGLIO: SAINT MICHEL-CANCALE IN BRETAGNA – CA. 40 KM IN BICI
Oggi son previsti una quarantina di Km in bici. C’è bassa marea ed è difficile descrivere la bellezza di questa spianata immensa di sabbia colorata ai piedi del monte. L’orizzonte, complice l’oceano e il cielo, è così ampio da darti le vertigini. La giornata è splendida, possiamo dire che siamo stati sempre fortunati con il clima. Ha piovuto solo un volta e per poco tempo.
Ci incamminiamo tra una lunga coda di turisti ed entriamo dalla porta principale per visitare questo monumento patrimonio dell’umanità. E ne ha ben motivo. La guida ci aspetta e ci conduce attraverso il paesino che in realtà ricorda le mete turistiche di una San Marino, di una Taormina o di una Capri, cioè centri commerciali dove si vende di tutto e di più. Famosi sono i biscotti al burro “le sablés de la Mère Poulard”. C’è anche una trattoria a suo nome famosa per la frittata alta come quattro delle nostre.
Saliamo i gradini che non sono pochi, circa 90, mentre la guida ci spiega la nascita di questo monumento della storia.
Contro i 3.500.000 visitatori all’anno, ci abitano 20 persone, di cui la più anziana ha 104 anni, compresi i 12 tra monaci e monache della Fraternità monastica di Gerusalemme. I gabbiani volano numerosi e disturbano anche ..scaricando a terra ciò che non dovrebbero!
Fare la storia di questo monumento in poche righe è impossibile. Pensate ad una torta a più strati concepita su un isolotto, dedicata a san Michele, una comunità di persone che vive in base alle basse ed alte maree. Due sono le alte maree più spettacolari, quelle degli equinozi di marzo e settembre quando l’acqua sale sino alla seconda parte del paese, con una velocità di un metro all’ora e con un risucchio di 18 km. L’abbazia venne costruita a partire dal X secolo con diversi stili, dal romanico al gotico fiammeggiante e secondo il concetto teologico dell’elevazione verso Dio. Per cui, al piano terra, ci sono la cantina e lo scriptorium per gli amanuensi, le cucine, quindi la parte per l’ospitalità ai pellegrini poveri, più sopra per i nobili e quindi il refettorio dei monaci e la “merveille” cioè lo stupendo chiostro in stile gotico.
Le pietre per la costruzione venivano trasportate con le barche e poi issate con una grossa ruota. All’interno l’abbazia dà il senso dell’elevazione e dell’immensità e, come in tutte le abbazie che si sono potute visitare, le vetrate sono stupende.
Finita la visita, pedaliamo sino a Cancale in Bretagna e questo tratto di viaggio lo ricorderò per sempre.
Si pedala su ciclabili sterrate, non sempre facili, in salita e discesa, sassose, qualche volta sabbiose fino alla spiaggia immensa dove corrono le chars à voile, ossia vele con le ruote sotto lo scafo. Stupendo sport che vedo per la prima volta.
Molti ragazzini stanno veleggiando a tutta birra sulla spiaggia senza pericoli e mi ricordano le gare nel deserto. E allora ci provo anch’io, memore delle mie gare in go kart. Con un vecchio batelier, m’imbarco e veleggio sulla sabbia. Dio che meraviglia!. Il signore mi racconta che lui passa la sua giornata qui, e lo invidio. C’è silenzio e pace e lo sguardo si perde all’infinito. Le case, tipicamente bretoni, sono sulla riva, con giardini pieni di fiori, piccoli orti, ed ancora cavalli al pascolo e mandrie, un vero paradiso. Gente forte e serena, abituata al ritmo della luna e delle maree, alla vastità del mare, del cielo ed al silenzio.
Mi ricordano “Lettres de mon moulin” di Daudet e mi viene la nostalgia. Si vedono infatti mulini a vento lungo il tragitto e le case con tetti spioventi nello stile del luogo e qualche casa con tetti di paglia come in Irlanda e fiori, sempre tanti meravigliosi fiori. Raccogliamo conchiglie sulla spiaggia e poi ripartiamo per arrivare a Cancale per la cena e il pernottamento.
Cancale è centro di pesca e di allevamento di ostriche. Anche qui c’è bassa marea e le barche in secca fanno impressione, come se fosse successo un’ improvvisa catastrofe ecologica. Ma tutto è troppo bello, quasi finto.
5 Luglio: CANCALE-SAINT MALO’-DINAN
Oggi abbiamo circa 50 km in bici.
Siamo sempre in Bretagna, il paesaggio è lo stesso lungo l’oceano.
Saint Malò si presenta come una città di lusso, un po’ una Montecarlo locale, zona di bagni e di turismo. Le case sono molto belle, tutto nello stesso stile; è stata ricostruita dopo la guerra addirittura raccogliendo le stesse pietre per riprodurla com’era. Pedaliamo sempre in un paesaggio di verde, di acqua, di fiori e così arriviamo a Dinan, un borgo sul fiume Rance.E’ una città grande e bellissima, piena di vita. Borgo medioevale con case a graticcio, belle piazzette che ricordano Parigi, visitiamo la cattedrale, giriamo in città colpiti dalla bellezza dei vicoli e ci fermiamo per un aperitivo.
Notiamo la pulizia, non ci sono scarabocchi sui muri, qui hanno cura della bellezza sia delle costruzioni che della natura. La città è uno dei centri storici più belli della Francia.
Una cosa c’è da dire per il nostro giro in bici, che in Francia gli automobilisti sono molto rispettosi dei ciclisti, si fermano senza insultare e aspettano che si passi tutti, questo va detto a loro onore.
6 LUGLIO: DINAN-TOURS-AMBOISE
Oggi lasciamo la Bretagna e scendiamo nel dipartimento della Loira. Abbiamo circa una quarantina di km in bici.
La meta è il grandissimo Castello di Amboise, perché è ad Amboise che visse gli ultimi tre anni Leonardo da Vinci, ospite di Francesco I ed è qui che è sepolto nella cappella di Saint Ubert.
Attraversiamo il parco della Loira che costeggiamo con bellissimi scenari. Sul fiume vediamo banchi di sabbia dove stazionano gli aironi. Il paesaggio è molto bello e suggestivo, passiamo in mezzo a boschi e prati, vigneti e piantagioni di girasoli ed arriviamo all’imponente chateau d’Amboise dove ci aspetta la guida.
Qui visse Carlo VIII che sposò Anna di Bretagna e fu con questo matrimonio che la Bretagna venne annessa alla Francia.
In parte gotico e in parte in stile rinascimentale, oggi ha perso parecchie sue parti andate distrutte. E’ quel Carlo VIII che verrà in Italia rivendicando il Regno di Napoli senza successo. Le campagne militari francesi in Italia faranno però innamorare i re per il nostro Rinascimento, per cui inviteranno ad Amboise uomini di lettere, scienziati ed artisti tra cui appunto Leonardo. Forse è stato uno dei primi cervelli in fuga dall’Italia per incompatibilità con il Papa Giulio II. Il castello ovviamente offre la visita a stanze sontuose, bellissime ma ciò che commuove è chiaramente il richiamo a Leonardo.
Visitiamo la sua casa che gli venne messa a disposizione da Francesco I (quello che fu fatto prigioniero a Pizzighettone) il quale trattò Leonardo con tutti gli onori. E’ qui che il grande artista dipinse La Gioconda che venne acquistata da Francesco I. Visitare la casa di Leonardo, ovvero lo Chateau du Clos Lucè, che venne prima acquistato da Carlo VIII e poi messo a disposizione di Leonardo da Francesco I, è veramente un’emozione. E’ una casa di lusso in cui visse con il suo compagno Francesco Melzi che ereditò tutto quanto, ma poi sposandosi, i figli del Melzi dilapidarono l’eredità. Qui possiamo visitare le stanze, il laboratorio di pittura e lo studiolo dove inventava le sue opere come le varie macchine che sono esposte un po’ ovunque. All’esterno c’è un ampio giardino ben tenuto. Qui morì Leonardo nel 1519 e si dice che sul letto di morte pianse convinto “di aver offeso Dio e gli uomini per non aver operato nell’arte come si conveniva”.
L’anno prossimo saranno 500 anni dalla sua morte e sono previsti grandi festeggiamenti in Francia. Speriamo se ne facciano anche qui a Vinci.
Il nostro tour con questa visita termina.
Domani, sabato 7 luglio, ripartiamo in pullman per Cremona. Solo il tempo di vedere dall’esterno il sontuoso castello di Chenonceau dove visse Caterina de’ Medici e poi puntiamo sull’Italia.
(di Lucia Zanotti)
Rime in libertà
Partiamo dalla nostra Lombardia:
destinazione la gettonata Normandia.
Stavolta invece che nella la nostra campagna,
pedaleremo attraverso la verde Bretagna.
Finalmente si parte:sommo gaudio,
il capofila è Paesetti Claudio.
Per tenere a bada il branco,
è opportuna la presenza di Franco.
Fattiva collaborazione di Annibale e Marino
con Alberto, Nicola e l’interprete Santino.
Anche se un pò in là con gli anni,
il meccanico ufficiale è sempre Vanni.
Se sul pullman gusterai buoni biscottini
devi ringraziare Nadia Carini,
se un buon caffè richiedi,
abbiamo Costantina, Mariarosa e la first lady
spalleggiate dalla cassiera Edy.
Abbiamo pedalato in tutta tranquillità con Fiore,Noemi e Giovanna della Sanità.
Qualcuno non è stato nominato
ma tutti qualche cosa hanno dato.
Il tutto documentato, come operatore silente,
da Pier: il nostro presidente.
Ma perchè una gita sia veramente bella
deve essere firmata da Donatella.
(anonimo FIAB)