Per fermare la strage stradale bisogna moderare la velocità, la principale causa della gravità delle collisioni stradali. Per questo FIAB insieme alle associazioni della piattaforma #città30subito sottolinea che il Ddl proposto dal Ministro Salvini va ad attacare e depotenziare la mobilità ciclistica invece di promuoverla per salvare vite.

Ddl Salvini, inefficace e dannoso

Un disegno di legge per la sicurezza stradale da una parte inefficace, perché non interviene sulla velocità che è la prima causa degli incidenti più gravi nelle città e anzi limita l’uso degli autovelox; e dall’altra parte dannoso, perché addirittura fa passi indietro sulle norme esistenti per la mobilità sostenibile, limitando le possibilità di realizzazione di ciclabili, ZTL e sosta regolamentata.

È questa, in sintesi, la lettura del ddl Salvini da parte delle Associazioni della Piattaforma #Città30subito che riunisce Legambiente, FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Asvis, Kyoto Club, Salvaiciclisti, Fondazione Michele Scarponi, AMODO, Clean Cities Campaign e che nei mesi scorsi ha promosso una proposta di legge, sul modello di un provvedimento analogo già adottato in Spagna, per promuovere la sicurezza stradale nelle città moderando la velocità e rigenerando lo spazio pubblico. La richiesta a Governo e Parlamento, se davvero si vogliono salvare vite umane, è quella di istituire il limite dei 30 km/h nei centri urbani, per città più a misura di persona e di ritirare le modifiche sulla mobilità sostenibile. Se vuoi approfondire clicca QUI

Si sono svolte in oltre 40 città le mobilitazioni per fermare la revisione del Codice della strada avanzata dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tantissime associazioni FIAB sono scese in piazza insieme ad altre organizzazioni e movimenti che in questi mesi si sono riuniti a livello locale e nazionale per promuovere la sicurezza stradale e la mobilità attiva. Una cordata di flashmob, presidi, pedalate che per ben quattro giorni, dal 9 al 12 marzo, ha attraversato le strade delle nostre città facendosi largo nel dibattito pubblico grazie a una forte risonanza mediatica

Così il presidente FIAB Alessandro Tursi: “La nostra mobilitazione ha avuto e sta avendo tanti effetti tra le persone, sui media e anche in Parlamento, dove il 13 marzo doveva avvenire il voto finale alla Camera, ma così non è stato. Le 40 piazze, le migliaia di email, il video, la lettera di 30 organizzazioni internazionali, gli emendamenti dell’opposizione hanno portato un primo risultato: se ne riparla martedì. Vedremo come proseguirà, noi ci saremo. Ma che di questo nuovo codice si stia finalmente parlando così tanto è già una indiscutibile vittoria. E proviamo orgoglio per quanto insieme stiamo facendo”. 

Aggiunge Luca Polverini, consigliere nazionale e referente per FIAB delle mobilitazioni: “Una prova di maturità e di radicamento nel territorio per FIAB che da oltre un anno ha avviato una fase nuova e per certi versi inedita di apertura e collaborazione con associazioni, movimenti locali cittadine e cittadini. Un tema quello della sicurezza stradale che per sua natura unisce nella battaglia per una mobilità sostenibile e a misura di persona”.

La discussione della riforma e le votazioni riprenderanno quindi martedì 19 marzo. Noi intanto continuiamo a farci sentire!

Non solo azioni in strada, mailbombing a parlamentari e a Meloni.