di Alessandro Di Stefano
La tecnologia della guida assistita è davvero così efficace? Quanto è affidabile quando deve riconoscere un ciclista e “avvertire” chi sta al volante? Un tentativo di risposta viene dal Touring Club Svizzero che ha effettuato dei test su cinque modelli di auto (Audi, Mitsubishi, Mercedes-Benz, Volvo, VW), tutti dotati a bordo di frenata d’emergenza e di regolatori automatici della velocità e della distanza. I risultati non sono del tutto confortanti.
Secondo quanto ha pubblicato sul suo sito, il TCS ha riconosciuto che la tecnologia dei veicoli testati riconosceva tutte le biciclette quando queste procedevano davanti alla macchina in movimento. Discorso diverso invece per i ciclisti in curva, difficilmente rilevabili dalla guida assistita. “Alcuni sistemi – si legge sul portale di TCS – hanno localizzato uno scooter più a lungo di una bicicletta, mentre in tutti i sistemi il conducente ha dovuto intervenire attivamente”.
E quando c’è una bicicletta ferma a bordo strada? I test sulle auto del Touring Club Svizzero hanno sottolineato che tutte le auto tranne la Volvo hanno rilevato la bicicletta e avvertito il conducente. Le conclusioni dello studio condotto dal TCS partono proprio per questo dal concetto primario di responsabilità del conducente. Ecco perché “la responsabilità continua ad incombere sul conducente, la cui attenzione deve rimanere costante e illimitata”.
La posizione di Fiab sull’innovazione che sta interessando il mondo delle automobili, dotate di tecnologie sempre più sofisticate, mette in primo piano la responsabilità umana. Quello che forse manca è attenzione per quello che avviene fuori dall’abitacolo, per strada, dove l’unica tecnologia rimasta per pedoni e ciclisti è la prudenza.